electro_mediterraneo
Non è un concerto. È un ritorno a casa.

Electro_Mediterraneo
Sì, è così che ho chiamato quello che faccio, perché non avevo altra scelta.
Non potevo ignorare quel suono che mi cresceva dentro:
un miscuglio di radici, polvere, onde e nostalgia.
Electro_Mediterraneo è nato così,
dall’urgenza di unire ciò che il mare ha diviso.
Un ponte tra Sicilia e Tunisia,
tra strumenti antichi e beat elettronici,
tra ciò che siamo stati e ciò che possiamo diventare.
È un’esperienza.
Un’abitudine ancestrale che torna a farsi corpo.
Un ritmo che non si balla soltanto: si riscopre.


5+
3+
I processori elettronici che guidano la mia voce
Strumenti autentici della tradizione mediterranea in Live
Manifesto Musicale
Più che un genere, è un’origine.


Due terre gemelle, separate dal mare, unite dal suono.
C’è un tassello mancante nel cuore di chi ascolta.
Un battito dimenticato, sepolto tra sabbia, vento e silenzio.
Electro Mediterraneo non si vede, si sente scorrere: come olio sulla pelle, come respiro che scalda, come luce che ti scivola addosso.
È una voce che sogna in siciliano e si sveglia in derja, francese, italiano. Le lingue arrivano da sole, come ospiti inattese.
Portano con sé i racconti ascoltati tra le montagne, mentre il mare sussurra e il deserto si insinua negli occhi.
Ogni brano nasce da un ritmo antico, da un incontro che lascia il segno, da una nostalgia che non ha nome, ma ha voce.


I synth si intrecciano al Mezoued Tunisino, al Santoor, al Setar Persiani, al Dozaleh, al Sipsi Turco.
È la polvere del deserto tra le labbra di chi si bacia.
È l’eco di ciò che pensavamo perduto, che invece ci attraversa.
In scena, tutto fluisce e respira: sabbia, ombre, fuoco, mare, e un sapore che resta addosso.
Chi entra non guarda. Si riconosce in qualcosa che pensava di non conoscere.
Electro Mediterraneo è ciò che accade quando due mondi si sfiorano e nessuno dei due resta uguale.
È qui che la tradizione incontra l’elettronica, non per nostalgia, ma per rinascere.
